La Cromatografia circolare su carta è una tecnica messa a punto intorno alla metà del secolo scorso da E. Pfeiffer. E’ una tecnica di analisi qualitativa per immagini che permette di indagare le condizioni di fertilità dei suoli e la qualità dei concimi organici.
Sono ancora uno strumento poco diffuso e non alternativo alle analisi del suolo classiche di tipo chimico-fisico; tuttavia a differenza di queste offrono un livello di informazione utile a chi intenda intraprendere un percorso di rivitalizzazione dei propri suoli. Le condizioni generali di fertilità del suolo non sono adeguatamente indagate attraverso le indagini tradizionali, funzionali all’approccio agronomico in cui il suolo è considerato un ‘contenitore di minerali’ da integrare o correggere a seconda delle circostanze rilevate. Nulla ci viene detto della complessità relazionale degli elementi del suolo e nulla sappiamo delle mille forme di fertilità che questo può offrirci.
Da molti anni a questa parte sono tante le ricerche che stanno cercando di sviluppare un protocollo rigoroso sulle cromatografie, sia in fase di campionamento/procedura, sia in fase di estrapolazione delle informazioni. Molti studiosi hanno trovato robuste correlazioni tra elementi, figure e immagini presenti nelle cromatografie con i valori numerici classici delle analisi chimico-fisiche, quali il ph, l’azoto totale o il contenuto di limo, sabbia o argilla.
Dal nostro punto di vista però, indagare il suolo attraverso la cromatografia è stato anzitutto un utile pretesto per introdurre un modo diverso di vedere il suolo, la fertilità e quindi, più in generale, il modo di fare agricoltura.
Partendo da uno strumento, passiamo per introdurre un approccio nuovo e aprire nuove finestre di opportunità a tutti gli agricoltori che desiderino affrancarsi dal modello di agricoltura convenzionale e sposare un modello nuovo, più intelligente, salubre, produttivo e rispettoso dell’ambiente.